Riccardo Bellandi

LO SPETTRO GRECO. Una spy story della guerra fredda al confine orientale italiano

Lecce, 2015
pagine: 288
copertina di Andrea Castellani
VERSIONE CARTACEA
caratteristiche: br, 13x20
ISBN: 978-88-93069-17-5 / prezzo: 15,00 €
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Contesto storico


L'occupazione militare della Venezia Giulia (1945-1947)

I primi giorni del maggio 1945 l'Armata jugoslava occupò la Venezia Giulia italiana (ovvero l'Istria e la valle dell'Isonzo, comprese le città di Fiume, Trieste, Gorizia e Monfalcone). Negli stessi giorni giunsero anche le truppe alleate che, sulla base degli accordi con Tito e in attesa dei negoziati di pace, avrebbero dovuto occupare tutta la zona che rientrava nei confini italiani precedenti la guerra. Per tutto il mese di maggio ci fu un duro braccio di ferro tra gli jugoslavi, intenzionati a rimanere sui territori conquistati con la forza delle armi e rivendicati come appartenenti alla Jugoslavia, e gli angloamericani, irritati dal colpo di mano di Tito e intenzionati a ottenere il ritiro jugoslavo siano ai confini italiani prebellici. A seguito della minaccia angloamericana di usare la forza e delle pressioni dell'Unione Sovietica (che riteneva il teatro Nord Adriatico secondario rispetto ai suoi interessi), Tito fu costretto a cedere. Venne così concordata una soluzione di compromesso, in attesa dei trattati di pace. La regione italiana della Venezia Giulia fu suddivisa in due distinte zone di occupazione militare delimitate dalla "linea Morgan" (dal generale inglese che la propose): la "ZONA A", sotto controllo militare angloamericano, comprendente Pola, Trieste, Gorizia, Monfalcone e Caporetto; la "ZONA B", sotto contro militare  jugoslavo, comprendente l'Istria, Fiume Postumia e Aidussina). La Linea Morgan, con le distinte zone di occupazione, fu istituita il 10 giugno 1945 e rimase operativa sino al settembre 1947, entrata in vigore dei nuovi confini di stato stabiliti dal Trattato di Pace. 

altro



I Blue Devils sulla Linea Morgan (1945-1947)

L'88° Infantry Division dell'US Army, conosciuta come "Blue Devils", sotto il comando del maggiore generale Bryant Moore, venne incaricata dal Comando supremo alleato di presiedere la parte settentrionale della Linea Morgan, da Gorizia a Tarvisio, sino all'entrata in vigore dei Trattati di pace (settembre 1947). altro




L'internamento di militari e di civili italiani nei lager jugoslavi dopo la fine della guerra

Dopo la fine della guerra mondiale migliaia di italiani (militari del Regione Esercito internati nei lager tedeschi di ritorno in Italia, soldati della RSI o di altre formazioni collaborazioniste, partigiani o semplici civili della Venezia Giulia contrari al regime di Tito) furono deportati in Jugoslavia e internati in campi di concentramento e di lavoro. Per le dure condizioni di detenzione molti non tornarono. Nelle foto: (a fianco) il lager di Borovnica in Slovenia; (sotto) deportazione di militari e civili italini da Trieste e Gorizia nel maggio del '45.



La guerra civile greca  (1946-1949) 

Dopo il ritiro della Germania e l'occupazione da parte degli Alletai (1944), la Grecia fu teatro per ben cinque anni di una terribile guerra civile tra i partigiani comunisti (sostenuti dalla Jugoslavia di Tito) e i partiti conservatori (appoggiati dagli inglesi). La guerra civile greca, oggi caduta nel dimenticatoio, fu la prima cruenta manifestazione della Guerra Fradda e, come tale, condizionò pesantemente le scelte dei protagonisti dell'epoca. Gli stessi politici italiani, Togliatti in primis, erano consapevoli che dopo la liberazione dai tedeschi l'Italia correva il concreto rischio di seguire l'esempio del vicino ellenico.



La distruzione di Zara (1943-1944)

Zara, città della Dalmazia abitata da dalmati di lingua italiana e assegnata all'Italia dopo la Prima guerra mondiale, tra il 1943 e il 1944 fu rasa al suolo da ripetuti bombardamenti delle fortezze volanti alleate. La popolazione italiana sopravvissuta ai bombardamenti fu costretta a rifugiarsi in Italia e non poté più far ritorno nella propria casa, poiché Zara con il Trattato di pace del 1947 fu annessa alla Repubblica jugoslava. Nel romanzo si fa riferimento al bombardamento di domenica 28 novembre 1943, compiuto da due ondate di dodici B-25 Mitchell che sganciarono complessivamente 35 tonnellate di bombe su una superficie di poco più di un chilometro quadrato: l'abitato di Zara, il porto e i rioni di Barcagno e Ceraria. Le distruzioni furono devastanti, i morti circa 150, oltre 200 i feriti.




Il Fronte Balcanico (1941-1945)


Invasione e spartizione del Regno di Jugoslavia da parte dell'Asse (aprile 1941)



Lo STATO INDIPENDENTE DI CROAZIA e gli Ustascia di Ante Pavelic


 

I Cetnici



I partigiani comunisti d Tito



Il Regio Esercito in Jugoslavia:  la repressione dei ribelli tra azioni di contro-guerriglia e campi di concentramento 




BIBLIOGRAFIA


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Il fronte balcanico (1941-1945): 
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