IL PROTAGONISTA
Il protagonista centrale del romanzo è Aldo Ganz, un dalmata italiano dall’ambiguo passato. Sfuggito da un campo di prigionia jugoslavo e braccato come criminale di guerra, si nasconde tra gli sbandati che affollano le città italiane, in attesa di fuggire all’estero. Per il suo passato di esperto nelle tecniche di antiguerriglia, nonché per la conoscenza delle lingue slave e dei luoghi, è aggregato al commando organizzato dai Servizi segreti americani per compiere una missione segreta nella città di Gorizia.
I frequenti flashback sulle passate vicende di Ganz – scritti in prima persona (il resto del romanzo è in terza) – aiutano a delineare la psicologia e il carattere del personaggio, oltre che a svelare la natura del conflitto in cui furono coinvolte le truppe di occupazione italiane nei Balcani tra il 1941 e il 1943.
Ganz infatti, poco più che ventenne, trascorre gli ultimi anni della sua vita in guerra, e ne rimane profondamente segnato. Cresciuto tra i miti fascisti e imbevuto di nazionalismo - di quello più intenso e intransigente tipico delle zone di confine, allo scoppio della guerra si arruola volontario, e dopo aver combattuto in Africa, entra a far parte dei reparti di arditi che contrastano i partigiani comunisti nei Balcani, la sua terra natale.
Trovatosi in mezzo a un conflitto feroce e senza regole – al contempo civile, ideologico e razziale – dà tutto se stesso, senza cedimenti o rimorsi, per sconfiggere i nemici della sua patria e del suo popolo, i comunisti jugoslavi. Travolto dal vortice della guerra, è protagonista, spettatore e vittima di azioni atroci e terribili che, anche dopo anni, continuano a tormentargli la coscienza.
Nell’estate del ’46, dopo un anno di prigionia nei lager di Tito, Ganz riesce a tornare in Italia, ma la sua vita è senza speranze. La guerra gli ha portato via tutto: la patria, la casa, la famiglia, gli amici, la rispettabilità. È solo, senza un soldo, braccato come criminale. La prigionia in Jugoslavia gli ha minato la salute. Nella nuova Italia repubblicana, contesa tra gli slavocomunisti e gli angloamaericani, non c’è posto per lui. È in attesa di fuggire in Spagna, grazie agli aiuti di vecchi commilitoni; ma l’inaspettata proposta degli americani di partecipare alla missione a Gorizia gli apre nuove prospettive.
Ganz rappresenta un antieroe, né simpatico né buono. Un personaggio controverso, oscuro che lotta contro un destino malevolo e ostile, e per questo, nonostante tutto, può suscitare ammirazione.
È un nazionalista intransigente. Come molti italiani, ha creduto nel destino imperiale assegnato all'Italia dal fascismo, nella guerra d'aggressione e nella vittoria finale. Orgoglioso delle sue radici latine, ha forti pregiudizi razziali verso i popoli jugoslavi, tra cui è nato e convissuto, e contro i quali combatte duramente e convintamente.
Sprezzante del pericolo, orgoglioso e caparbio, dopo l'8 settembre sceglie di continuare la lotta a fianco dei tedeschi, pur sapendo che è la parte sbagliata, quella maledetta e destinata a perdere; così come in quell'autunno del '46 è intenzionato a portare a termine la missione messa in piedi dai Servizi americani, ad ogni costo, nonostante pericoli letali e ostacoli apparentemente insormontabili.
Gli anni di guerra e di prigionia lo hanno reso violento, cinico, insensibile: uccide senza rimorso chiunque si frapponga ai suoi obiettivi, che persegue disilluso e ormai badando solo al proprio tornaconto. Tuttavia, la corazza costruita attorno a sé, non ha cancellato del tutto la sua coscienza, né il senso del dovere. I rimorsi lo tormentano di continuo, soprattutto di notte quando gli turbano il sonno nella veste di macabri incubi. L’amore per la patria, benché sopito, arde ancora dentro di lui.