Riccardo Bellandi

LO SPETTRO GRECO. Una spy story della guerra fredda al confine orientale italiano

Lecce, 2015
pagine: 288
copertina di Andrea Castellani
VERSIONE CARTACEA
caratteristiche: br, 13x20
ISBN: 978-88-93069-17-5  / prezzo: 15,00 €
VERSIONE DIGITALE
ISBN: 978-88-91149-13-8 / prezzo: 1,99 €



Interviste, recensioni e commenti


 

Intervista a Radio RAI FVG di Massimo Gobessi, "Sconfinamenti", 14 agosto 2021


Dario, 4 dicembre 2015, Ibs

"Romanzo ben scritto. La trama incalzante e avvincente. Personaggi, soprattutto il protagonista Aldo Ganz, intensi, cinici e spietati come si addice a una spy story. L'ambientazione e il contesto storico curato e coerente, oltre che originale: Gorizia e Trieste nel dopoguerra tra la Jugoslava di Tito e l'Italia di De Gasperi."

[voto: 5/5]


Filippo, 7 dicembre 2015, Amazon 

"Romanzo avvincente e istruttivo. Ho avuto l’occasione di leggere il romanzo appena pubblicato e devo dire che è un’opera narrativa avvincente oltre che interessante dal punto di vista storico. E’ambientato tra la ex Jugoslavia e il Friuli nel tormentato periodo dell'immediato secondo dopoguerra (1945-46) quando le mire di Tito e del suo regime comunista sull'Istria e sul Friuli crearono una situazione di tensione internazionale tra le potenze vincitrici - Stati Uniti e Russia - preoccupate di perdere il controllo di quella regione di confine tra mondo comunista e mondo occidentale. Situazione in cui è coinvolto lo stesso Partito Comunista Italiano, alcuni esponenti del quale si schierano a favore dell'occupazione dei territori italiani da parte dei comunisti jugoslavi. Si affaccia allora anche per l'Italia "lo spettro greco", ossia il rischio di una guerra civile come avvenne in Grecia dal 1946 al '49 tra la guerriglia comunista e le forze governative appoggiate dagli alleati anglo-americani. Ma nel romanzo entrano in scena i servizi segreti di entrambi i contendenti, oltre a singoli agenti speciali come il protagonista Aldo Ganz e, tra violenze inaudite e crudeltà disumane tra combattenti e perpetrate anche a danno della popolazione civile, la vicenda ha un epilogo che scongiura il rischio dello spettro greco. Ho dato il massimo dei voti perché è una lettura coinvolgente grazie anche a un linguaggio essenziale e scorrevole e a un ritmo incalzante e ricco di colpi di scena. Inoltre il romanzo presenta una ricostruzione storica fedele e minuziosa, e accende una luce su un periodo tanto tormentato quanto ancora poco conosciuto dagli italiani. Lo consiglio a tutti ma in particolare ai giovani perché fa "sentire" il clima del dopoguerra in Italia." [voto: 5/5]

Luisa Meloni, 20 dicembre 2015, Facebook

"In questo libro l'evolversi degli avvenimenti, i colpi di scena creano una trama avvincente con momenti di inevitabile crudezza, ma è noto che, in certi scenari, la realtà supera la fantasia. Penso che la storia si impari più con i romanzi che con i manuali dove, come in questo caso, si percepisce che c'è stata un'accurata ricerca storica. Complimenti anche per le descrizioni!"


Anonimo, 26 dicembre 2015, Amazon
"Spy story al Confine Orientale: Guerra Fredda alle porte d' Italia.
Deliziosa spy story al Confine Orientale. Ambientata in una regione dove sovietici, titini, nazisti, americani e italiani combattono una Guerra Fredda spietata. Da leggere." [voto: 4/5]

Michele, 26 dicembre 2015, Amazon

"La lettura è scorrevole e l'autore dimostra di conoscere molto bene gli avvenimenti storici che fanno da base al testo. La descrizione delle situazioni è molto accurata ed i personaggi risultano verosimili. L'ho letto in un pomeriggio tutto d'un fiato!" [voto 4/5]


Daniele Moro, 9 gennaio 2016, Facebook

"Letto il libro: piacevole anche per chi non conosce molto del contesto storico-politico"

Anonimo, 11 gennaio 2016, Amazon

"Una bella sorpresa. Trovato grazie al passaparola su FB sono rimasto positivamente sorpreso da questo libro, che riesce a fornire il quadro di un clima che ancora si respirava sul confine orientale negli anno 90. Avvincente sino all'ultimo."[voto 4/5]

 

Serena C., 28 gennaio 2016, Amazon 
"Appassionante e avvincente, si legge tutto d'un fiato! Dalla prima all'ultima pagina la trama è ricca di colpi di scena, mai scontata, tanto da restare fino in ultimo con il fiato sospeso. La contestualizzazione storica denota una grande conoscenza della storia dell'epoca, e la scrittura del narratore in alcuni momenti proietta il lettore proprio li, accanto al protagonista Aldo Ganz, sembra di sentire l'odore della terra bagnata, il fruscio della pioggia, l'ansia che sale mentre il tintinnio dell'urto delle armi metalliche dei soldati in avvicinamento si fa sempre più forte. Da leggere e rileggere, è assolutamente un libro che non può mancare in nessuna libreria."[voto: 5/5]


Cile, 1° febbraio 2016, Anobii

"Romanzo snello, veloce e... feroce! Se il personaggio principale è tutto sommato un repubblichino, trattato troppo bene, basta pensarlo anni dopo nelle trame nere della nostra povera nazione." [voto: 4/5]


Matteo Lucii, 6 febbraio 2016, Il Galletto magazine 


Anonimo, 12 febbraio 2016, Amazon 

"Ottimo acquisto.Libro estremamente piacevole:
scrittura fluente, plot narrativo azzeccato, giusta lunghezza (che non guasta mai) e soprattutto il valore aggiunto di una ricostruzione storica fedele e ben fatta. Leggere un romanzo come questo va oltre il semplice passatempo: è un modo semplice e veloce per imparare qualcosa.
Da consigliare."[voto 5/5]

Alessandro, 12 febbraio 2016, Amazon 

"Da leggere perché si svolge in un periodo buio della nostra storia, dimenticato o bypassato dai libri di storia...
Da leggere perché la trama è avvincente e non annoia mai...
Da leggere perché la prosa è svelta e fluente...
Da leggere perché crea un dedalo di immagini mentali...
Da leggere."[voto 5/5]

Arturo Conti, 19 febbraio 2016, Anobii
"Intenso e violento.Un romanzo letto in due giorni. Trama avvincente e veloce, con molteplici colpi di scena. Personaggi (soprattutto il protagonista) veri, intensi, drammatici. Ricostruzione storica accurata e originale (per il peridodo storico e i luighi della vicenda, la Venezia Giulia del 1946)."[voto 4/5]


Roberto Covaz, 23 febbraio 2016, Il Piccolo


Paolo Medeossi, 24 febbraio 2016, Il Messaggero Veneto


Ugomezzacoda, 7 marzo 2016, aNobii

"Lo specchio di un'epoca selvaggia, tra cattivi e un po' meno cattivi.

Romanzo insolito, crudo, accattivante, ben documentato e scorrevole. Nel leggerlo mi sono tornati alla mente due libri che ho letto di recente. Il saggio di L. Keith, Il continente selvaggio. L'Europa alla fine della seconda guerra mondiale, per il contesto storico del secondo dopoguerra, di violenza, odio e anarchia. Il romanzo storico di J. Littell, Le Benevole, per la crudezza delle scene e i protagonisti della storia che non si distinguono tra buoni e cattivi, ma solo tra cattivi e un po' meno cattivi." [voto 4/5]


Giuseppe, 16 marzo 2016, Amazon 
"Una spy story nel nord-est.E' un autore interessante Bellandi! Sa cosa racconta e lo fa coraggiosamente. E finalmente Gorizia diventa reale protagonista in una avvincente spy story. Lettura veloce, avvincente, ben dosata." [voto 4/5]

Enrico Faini, 17 marzo 2016, Amazon
"Con gli occhi sbarrati.Un colpo mortale alla vulgata sul 'buon italiano'. Un documentatissimo atto d'accusa alla memoria, accomodata, di questo Paese. Un racconto coinvolgente e sconvolgente. Si finisce tutto d'un fiato, con gli occhi sbarrati e la sensazione di aver ancora molto da imparare. Ci voleva Bellandi - singolare storico delle istituzioni, capace di pubblicare saggi con editori paludati e romanzi - a farci capire che la ricerca deve sempre accompagnare il rigore con il coraggio." [voto 5/5]

Alex Pessotto, 13 aprile 2016, Il Piccolo


Giorgio53, 25 aprile 2016, Anobii

"Italiani in minore.

Si stava in una piacevole vacanza nel triangolo Udine – Aquileia – Gorizia, ed Ale è riuscita a trovare questo libro in una bellissima libreria proprio di Gorizia, specializzata nella storia locale. E questo è proprio un libro “ad hoc”, che ci porta nell’ultimo dopoguerra, in quel territorio che tante ebbe a patire proprio in quegli anni. È stata anche una scommessa, visto che è un libro auto-prodotto (categoria che non sempre mi convince). Scommessa vinta a metà, che per ambientazione e collegamenti con gli avvenimenti del periodo è senza dubbio interessante. Meno, e cercherò di spiegarlo meglio, nell’intreccio in sé, che mi ha lasciato alcuni punti oscuri e dubbiosi. Infatti, e sinceramente, benché ne abbia letto, non ho una percezione completa di tutto quello che successe nel triangolo veneto-giuliano nell’immediato dopoguerra. Bellandi ha sicuramente studiato a lungo la materia, sia per l’abbondante corredo biografico, sia per l’uso di una serie di personaggi, nella finzione letteraria, che, senza una conoscenza puntuale non si sarebbero potuti usare. E non dico tanto degli italiani, che tutti conosciamo (con citazioni puntuali di Massimo Girotti e Natalino Otto), quanto degli americani come Dean Acheson o James Angleton, ed a maggior ragione degli salvi come Edvard Kardelj o Ivan Macek. Siamo nel primo periodo del dopoguerra, e la zona è in fermento: il confine orientale italiano è diviso, dalla linea Morgan, in una zona A (che comprende Trieste, Gorizia e l’enclave di Pola) ed una zona B (con Capodistria e le grotte di Postumia). Mentre a Parigi si stava discutendo dell’assetto del mondo, in questa zona si svolgevano lotte cruente e crudeli, tra tutta una serie di personaggi e di popoli che “nel pensier spaurano”. Ci sono gli Ustascia, i fascisti croati di Ante Pavelic, i Padalci, cittadini italiani di lingua slovena, i cetnici, nazionalisti serbi fedeli all’esiliato re Pietro II, i drughi di Tito, i Domobranci, sloveni alleati ai tedeschi. Di sicuro ne dimentico molti (chiedo aiuto agli storici per dipanare la matassa). Ovviamente, le diplomazie trattano, e sul campo succede di tutto. Di questo Bellandi cerca di parlarci, mentre seguiamo le vicende personali e politiche di Aldo Ganz. Qui entriamo nell’opinabile e nelle parti che mi lasciano più ombre. Sebbene, credo correttamente, Bellandi cerchi di mantenere un asettico neutralismo rispetto agli attori della vicenda, la scelta di Ganz come motore dell’azione è pur sempre significativa. Ganz è un dalmata, che ha conosciuto solo la guerra. Entrato nelle milizie men che ventenne, viene sballottato da una parte all’altra del conflitto. Come molti italiani nati in territori “altri” mostra un viscerale attaccamento alla nazione d’elezione. Tanto da rimanere fedele ai suoi ideali anche dopo l’8 settembre (una scelta, ma ricordo sempre la storia di Cristiano Federico Ferrari narrata dal mio amico Luciano). Sceglie di continuare la lotta a fianco dei tedeschi, pur sapendo che è la parte sbagliata, quella maledetta e destinata a perdere. Si arruola, infatti, nei Repubblichini, viene catapultato nuovamente in Dalmazia (poiché parla molte delle lingue serbo-croate). Arrestato dai titini (le milizie di Josip Broz), miracolosamente scampato, vivacchia in quel di Trieste in attesa di un visto per la Spagna. Qui, in quest’autunno del '46 è intenzionato a portare a termine la missione messa in piedi dai Servizi americani, ad ogni costo, nonostante pericoli letali e ostacoli apparentemente insormontabili. Missione messa in piedi al fine di contrastare una riunione che si dovrebbe tenere in territorio jugoslavo, tra emissari di Tito e l’ala sinistra del Partito Comunista Italiano. In quest’attività Ganz è sostenuto da un comando locale, guidato dalla slovena Jana. Tralascio tutte le storie che s’intrecciano, tra buoni e cattivi, anche se i buoni non mi sembra che ci siano. Tradimenti di elementi del comando italiano. Tradimenti di elementi del comando sloveno. Ambiguità degli americani e degli alleati. E Ganz, che con vari flash-back va su e giù nella memoria, incontrando nuovamente l’aguzzino che lo torturò nei campi slavi, ora pezzo grosso dell’armata di Tito. La chiave di volta, anche se non vi do i particolari, sarà l’atteggiamento della Russia di Stalin verso il comunismo di Tito, una lotta intestina al blocco dell’Est che CIA ed amici loro non avevano contemplato potesse sussistere. Quindi, onore alla scrittura, onore alla riproposizione di un pezzo di storia che sto approfondendo, e che comunque ho gradito leggere mentre attraversavo le contrade friulane (ma Udine è molto più bella di Gorizia). Non sono convinto del taglio che viene dato allo scritto, per cui me ne rimane una valutazione monca. Anche se, lo sapevo prima e lo so tutt’ora, i Servizi Segreti Americani negli anni ’46-’56 molto hanno fatto, anche di sbagliato, in tutta l’area del Patto di Varsavia.  [voto 2/5]

 

Michele Castronuovo, 3 maggio 2016, Facebook

"Lo sto leggendo adesso... lo divori in tre giorni!!"


Amelia Pacori, 13 maggio 2016, Facebook

"Ho finito di leggere il suo libro LO SPETTRO GRECO,

coinvolgente l'ambientazione, molto avvincente specie nell'ultima parte. Complimenti ancora."



Anonimo, 23 maggio 2016, Amazon

"Una grande storia

Lo studio del particolare e complesso momento storico da parte dell'autore è veramente eccellente. La storia di spionaggio si inserisce in maniera armoniosa e coerente con la cornice temporale di riferimento. I personaggi ricalcano le dure caratteristiche del tempo dove la scelta appartenenza politica era anche una scelta di vita. Emozionante." [voto 5/5]


Marco, 2 giugno 2016, Facebook

"Questa notte ho letto Lo spettro greco tutto d'un fiato, un libro eccezionale x contenuti e contesto. Complimenti e grazie di averlo scritto."


Bambi, 6 luglio 2016, Amazon
"Tra fantasia e realtà.Un libro assolutamente da leggere. Sarà un romanzo storico? Sarà pura fantasia? Non importa proprio quale sia il limite tra realtà e finzione, perchè la spy story ambientata a Nord est d'Italia, nella regione, il FVG, che Lonely Planet ha inserito nella Top ten delle 10 mete migliori al mondo, è avvincente e coinvolgente. Insomma, un libro fa divorare." [voto 5/5]

Silvia Minim, 16 agosto 2016, Amazon 

"Libro molto interessante, romanzando si descrivono fatti realmente

accaduti con la crudeltà del caso. Scorrevole e ben scritto.
Super consigliato" [voto 5/5]

Stefano, 18 agosto 2016, Amazon 

"Avvincente.Un romanzo avvincente, crudo nelle descrizioni estremamente realistiche delle tragiche vicende che connotarono il dopoguerra al confine orientale. Vicende di cui in famiglia ho, purtroppo, avuto riscontro diretto.
Ganz, il personaggio principale è descritto magistralmente nella sua umanità, o disumanità, di uomo e soldato nel clima di uno scontro in cui ogni forma di pietà è svanita.
Un romanzo che ristabilisce una verità storica tenuta nascosta per troppo tempo e che solo negli ultimi anni è emersa e che, al pari di "Le Uova del Drago" di Pierangelo Buttafuoco, narra le vicende di coloro che non si vollero arrendere e continuarono a combattere una guerra disperata, in questo caso anche a guerra "finita".
Mi aspetterei un sequel... che ha deciso Ganz? Proseguirà la sua lotta?"[voto 5/5]

Anonimo, 24 agosto 2016, Amazon 

"Una bella sorpresa! Trovato segnalato su Facebook, e acquistato per caso tra curiosità e scetticismo (è autopubblicato). Un thriller documentato e avvincente, con un perfetto mix tra storia e fiction. Ambientazione intrigante e protagonista leggendario. Complimenti all'autore. Super consigliato." [voto 4/5]

Luke, 26 agosto 2016, Amazon 
"Segnalato da un amica e letto in pochi giorni. Romanzo scorrevole e avvincente, con molte informazioni storiche che non guastano mai lo scorrere della trama. Il protagonista però risulta antipatico, imbevuto com'è di machismo e superomismo. Gli altri personaggi, donne comprese, non sono da meno quanto a simpatia. Infine, l'estremo realismo con cui sono descritte molte scene sfocia spesso nel truculento."[voto 2/5]

Anonimo, 26 agosto 2016, Amazon 
"Una spy story insolita e forte, con un protagonista - Aldo Ganz - brutale, oscuro, intrigante, un po' il lato oscuro di James Bond. Consigliato, ma solo per i palati forti... le scene pulp si sprecano."
[voto 3/5]

Lorenzo Bechi, 31 agosto 2016, Amazon

"Romanzo intenso ed interessante, per il contesto sotrico ottimamente riscostruito, per la trama appassionante, per i protagonisti originali e davvero azzeccati. Si legge in pochi giorni e tramite una storia avvincente e che ti invoglia a scoprire cosa succede si apprende molto di eventi storici accaduti nella zona di confine tra Italia e Jugoslavia ancora poco conosciuti. Mitico Ganz...un campione di potenza!!"[voto: 5/5]

Andrea Bisiacchi5 settembre 2016, Amazon 
"Romanzo avvincente, ben strutturato, contesto storico ben impostato: l'ho letto in un paio di giorni, in quanto la narrazione e' fluida e scorrevole. Ottima la trama ricca di particolari storici ambientata nel secondo dopoguerra nel territorio del nord-est."[voto: 5/5]

Anonimo, 20 settembre 2016, Amazon

"Trama avvincente, intreccio ben costruito, grande competenza storica ancora piú apprezzabile considerando la complessità di quel periodo storico. Auspicabile una maggiore caratterizzazione di alcuni dei personaggi che ruotano intorno a Ganz (il protagonista), forse tralasciata a causa della densità degli avvenimenti narrati." [voto: 3/5]


Francesco Morra, 18 ottobre 2016, Facebook

"Ho appena terminato di leggere la spy-story di Riccardo Bellandi, "Lo spettro greco - Una spy story della guerra fredda al confine orientale" e devo fare i complimenti a Riccardo per la piacevole lettura e l'interessantissimo quadro storico che ne esce fuori.

Il personaggio principale della storia, Aldo Ganz, ex ufficiale italiano del Regio Esercito prima e della RSI dopo, è stato reclutato dai servizi segreti americani di stanza in Italia per condurre una pericolosa missione: indebolire l'ala filojugoslava e rivoluzionaria del PCI italiano e scongiurare così lo scoppio di una guerra civile in Italia come quella avvenuta in Grecia, a partire dalla fine del 1944, tra partigiani comunisti e il governo monarchico greco (da qui il titolo Lo spettro Greco).

Non ho mai particolarmente approfondito gli aspetti storici del dopoguerra dei confini dell'Italia Orientale, tra Trieste, Istria, foibe e comunisti titini jugoslavi. 
Il merito del libro di Riccardo è stato allora quello, attraverso la piacevolezza della lettura della spy story - con alcuni colpi di scena davvero notevoli - di introdurmi e di fornirmi, con chiarezza, le prime nozioni fondamentali di base per approfondire la controversa, drammatica storia dei confini orientali dell'Italia al termine della Seconda guerra mondiale."

Paolo, 3 novembre 2016, Amazon 
"Avvincente.
Ottimo libro, una storia avvincente, un ambientamento fedele che descrive la Gorizia del tempo a cavallo tra la fine della seconda guerra mondiale e quella che poi sarebbe diventata la guerra fredda. Libro consigliato." [voto: 4/5]

Maurizio Bergonzini, novembre 2016, Il Borghese


Gabriella Sartor, 2 febbraio 2017, intervento alla presentazione del romanzo presso l'UTE di Udine

"LO SPETTRO GRECO  di Riccardo Bellandi, romanzo ispirato al periodo della guerra fredda al confine orientale italiano dal giugno 1945 al settembre 1947, non è solo una spy story. Si ha subito, fin dalle prime pagine, scritte con ritmo incalzante, serrato, l'impressione di adesione alla realtà. La cornice è quella di ambienti, di paesaggi, di contesti urbani fedeli alla geografia dei luoghi del romanzo; anche i personaggi, quelli frutto di fantasia, sono verosimili per le azioni e le parole coerenti al loro ruolo. L'Autore riesce a farceli conoscere, in modo sempre più completo, ad individuare i loro tratti psicologici, ma anche a suscitare incredulità e stupore, soprattutto, di fronte a certe azioni-scelte-vendette del protagonista Ganz e delle figure con cui entra, spesso, suo malgrado, in relazione. Le pagine fanno toccare con mano i nodi di estrema complessità di quel periodo, complessità che trova non certo le giustificazioni, ma, occasioni preziose di possibile comprensione, percorrendo le vicende  tragiche di molti anni precedenti. Tutto è narrato con onestà, senza polemica o retorica (spesso in agguato in opere di questo genere). Con uno stile essenziale, sempre aderente alle vicende dei personaggi, grazie ad una tecnica narrativa ad incastro, con anticipazioni e rimandi, in cui le storie personali sfumano l'una nell'altra, mi sono trovata in un groviglio di sospetti, di vendette, di rancori, di orgoglio prepotente, di connivenze, che mi hanno scatenato una serie di emozioni-riflessioni-memorie, piene di risonanze. Certamente, LO SPETTRO GRECO  prende l'avvio, lo spunto dal dramma di un'area specifica, quella del nostro confine orientale conteso, lo vuol narrare, nel contenuto e nella forma anche di romanzo storico. Ma, secondo me, l'Autore ci porta anche a farci domande sul "dolore", non degli uni o degli altri: sul DOLORE che scaturisce dalla mancanza di rispetto della dignità della persona, quel dolore che non ha colorazioni politiche o etniche. Credo che uno dei messaggi da cogliere sia l'invito a stare in guardia, a non considerare "altre", lontane da noi, dalla nostra cultura, quelle persone che si sono trovate a soccombere nell'intricato crocevia della Storia, di cui quello dei confini orientali è solo un esempio. Allora, solo allora, la storia lacerata, fatta di tante storie quotidiane, come quella raccontata da Riccardo Bellandi, può diventare un'ulteriore occasione preziosa di confronto tra memorie, tra passioni, tra scelte, su cui riflettere. Ho provato spesso durante la lettura senso di suspence, ma con la consapevolezza che qui esso scaturisce da storie vere, autentiche, non costruite a tavolino, anche se, è indubbio e meritorio (si capisce dal rigore della narrazione dei fatti) il lavoro imprescindibile di studio e di ricerca di fonti che ha reso possibile la creazione di un romanzo così!"


Elio Varutti, 27 febbraio 2017, http://eliovarutti.blogspot.it

"Giallo di Bellandi ambientato a Gorizia nel 1946. Fin dalle prime pagine di questo libro giallo troviamo due carte topografiche del confine orientale italiano. Sono le aree dove si svolge la spy story, come non esita a chiamarla lo stesso autore, Riccardo Bellandi, in copertina. Notiamo che la precisione temporale delle mappe non è facile da trovare nemmeno in taluni ordinari libri di storia. Una di esse è del confine orientale italiano dal giugno 1945 a settembre 1947 con la cosiddetta linea Morgan, che lasciava più terre all’Italia, Pola inclusa. L’altra mappa è sull’occupazione della Jugoslavia da parte dell’Asse, dall’aprile 1941 a settembre 1943.Pure con il titolo, “Lo spettro greco”, l’autore dà per scontata una conoscenza della storia europea di quel momento: il 1946. Tutto sommato, non è un prerequisito, perché ci sono le spiegazioni nel prosieguo del romanzo. Si riferisce, in sostanza, allo stato di rivoluzione mista alla guerra civile che, in Grecia, i comunisti locali stavano per attuare, nei postumi della seconda guerra mondiale. Un fatto analogo poteva accadere nell’Italia sconfitta dalla seconda guerra mondiale e sull’orlo di una guerra civile con l’Armata jugoslava, che alitava sui confini orientali. La missione di spionaggio descritta nel volume mira a svigorire la componente filo-jugoslava e rivoluzionaria del PCI, per evitare lo stato di guerra civile come in Grecia.Gli avvenimenti descritti in queste avvincenti pagine sono ambientati aGorizia, ma possiamo trovare dei flash-back riferiti alla costa dalmata, con la città di Zara ed al territorio interno dei Balcani. Già perché dall’aprile del 1941 al settembre 1943, come si legge in modo quasi asettico, nei libri di storia ci fu l’occupazione della Jugoslavia da parte delle forze dell’Asse. Pochi storici hanno il coraggio di scrivere che l’Italia fascista, in combutta con Hitler e l’aiutino dello stato fantoccio fascista ungherese, invade ed occupa la Jugoslavia. Ecco perché Tito, secondo certi storici, alla fine del secondo conflitto mondiale chiese il conto all’Italia, volendo annettersi dopo l’Istria, Zara, le isole di Cherso e Lussino, anche Gorizia, Trieste e Tarvisio. Torniamo al giallo di Bellandi. L’autore si premura di porre all’inizio del testo pure una legenda delle sigle utilizzare nel corso degli eventi. Scopriamo così che i Badogliani, in senso spregiativo, erano definiti i militi italiani che avevano seguito l’armistizio e il cambio di alleanze deciso dal re e dal governo Badoglio. Per l’autore i repubblichini o quegli italiani che addirittura entrano come volontari nelle Waffen SS per portare a termine la follia hitleriana sono semplicemente dei soldati fedeliPoi spiega chi sono i Bisiacchi, ovvero gli abitanti della zona di Monfalcone. I Četnici sono quei nazionalisti serbi monarchici, che prima parteggiavano per gli alleati, poi stanno coi repubblichini e coi fascisti croati di Pavelić, in funzione anticomunista. Come a dire che i cambi di casacca nel Novecento erano di moda. Si pensi ai francesi. Del resto, anche nelle pagine di questo giallo troverete spie col doppio gioco e addirittura al soldo di servizi segreti dei fautori della guerra fredda (USA e URSS), appunto sempre riferendosi alcambio di casacca.Interessante poi è sapere che tra il 1946 e 1947 c’è la “Central Intelligence Group” degli Stati Uniti d’America, antesignana della arcinota CIA. Ci sono tante formazioni militari che se la facevano più o meno coi nazifascisti. C’è la famigerata  OZNA di Tito, ossia i servizi segreti partigiani e polizia politica dei comunisti jugoslavi, divenuta UBDA nel 1946 fino al 1992, quando la Jugoslavia si scioglie come la margarina al sole. C’è la droga (Pervitin, una metanfetamina) che i nazisti assumevano prima delle loro splendide azioni militari e così via.Ci sono molti personaggi storici realmente esistiti a dare man forte politica alle pagine piene di violenza macabra (stupri, squartamenti, evirazioni, fosse comuni, foibe), di suspense, di nazionalismi esacerbati per un’epoca instabile, imbarbarita e selvaggia.Il personaggio centrale del volume è lo zaratino Aldo Ganz, con mamma italiana e padre di Klagenfurt. Data la sua carriera militare, che il lettore avrà il piacere di scoprire leggendo il testo, diviene una spietata spia con capello Fedora (o Borsalino) quasi sempre in testa e una cicca tra le labbra.Qui ci sono i Centri Raccolta Profughi per gli istriani e dalmati, penserei come quello di Firenze, forse in Via Guelfa, dove c’erano le pareti di cartone nei box adattati ai nuclei familiari di rifugiati (p. 31).Poi l’autore mette in bocca a certi figuri titini, alla ricerca di spie occidentali, le parole che sono diventate un refrain nel dopoguerra, riprese e criticate perfino dal cantautore Simone Cristicchi nel suo spettacolo “Magazzino 18”:  «Speriamo che non ci sfuggano. Gorizia è piena di profughi fascisti che scappano dall’Istria e dalla Dalmazia» (p. 59). Il mondo degli esuli cerca di spiegare, da decenni, che fuggivano con l’esodo giuliano dalmata molti degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, al di là delle opinioni politiche. Nella stessa pagina è menzionata persino la strage di Vergarolla del 18 agosto 1946, che provocò oltre 80 morti, bambini, donne e vecchi di Pola. Guarda caso tutti italiani. Il massacro fece da volano all’esodo da Pola.È un volume ricco di colpi di scena, come si addice alle trame gialle più classiche. Per ovvi motivi non si può svelare il finale, ma devo dire, in conclusione, che può dar grande soddisfazione al lettore."


Bac5, 7 marzo 2017, LaFeltrinelli 

"Avvincente e intrigante.

Un genere ibrido, tra romanzo storico e thriller politico. Trama avvincente e intrigante con continui colpi di scena. Ottima ricostruzione storica del periodo (dopoguerra) e dei luoghi (confine oriantale italiano). Un grande protagonista, Aldo Ganz. Stile asciutto e scorrevole. Quando l'ho acquistato ero scettico, perchè auto-pubblicato, ma ne è valsa la pena! Consigliato per chi ama il genere. Unico avvertimento: ci sono parti un po' forti per il crudo realismo e la violenza." [voto: 4/5]


Andrea,  17 marzo 2017, Amazon
"Fantastico!Affascinato dallo stile dell'autore, del quale ho letto lo splendido "I signori dell'Appennino", ho acquistato questa sua seconda opera. Nessuna sorpresa! Lo stile avvincente e la narrazione fluida mi hanno conquistato anche questa volta. Non vedo l'ora di leggere una nuova "fatica" di questo bravissimo scrittore. Andrea." [voto: 5/5]

Stefano, 19 marzo 2017, Amazon

"Romanzo intrigante, scritto molto bene. Dopo "i signori dell'appennino" (vivamente consigliato) Bellandi si conferma autore di spessore! Da non perdere." [voto: 5/5]


Anonimo, 3 agosto 2017, Amazon 
"Un romanzo coinvolgente. Un romanzo che mi ha stupito piacevolmente. Un romanzo ricco di elementi storici e dettagli molto realistici. L'ambiente dell'Italia è della ex Jugoslavia tra il 1943 e il 1946 molto ben ricostruito, trama avvincente con suspense e molti colpi di scena. Un misto tra thriller storico e spy_story. La lettura é scorrevole, l'ho letto tutto d'un fiato,sotto l'ombrellone. Se poi siete in vacanza al mare in Croazia é il top! Consigliato per qualsiasi tipo di lettore, anche per chi non é appassionato del genere."[voto 5/5]

Giacomo Mannocci, 27 agosto 2017, Amazon
"Lo consiglio vivamente.Romanzo breve, ma molto interessante e per nulla scontato con ricchi colpi di scenza. Assai verosimile il contesto storico in cui è ambientato. Penso sia l'unico romanzo ambientato in tali anni come spy story." [voto: 5/5]

Maria Rita Cosliani, 13 gennaio 2018, Amazon
"1946 Tito vuole anche Gorizia.Interessante documento crudo e veritiero dei terribili anni alla fine della seconda guerra mondiale quando Tito rivendicava con forza il possesso di Gorizia." [voto: 5/5]

Anonimo, 2 marzo 2019, Amazon

"Un libro da leggere tutto d'un fiato.
Una spy story avvincente piena di colpi di scena che tiene sempre il lettore sull'attenti.
Molto piacevole anche l'intreccio temporale del libro ( flashbacks ) e i punti di vista differenti ( Italiani, Sloveni, Americani...Sovietici ).
Dovrebbero scriverne di più (ed averne scritti di più) di libri come questo per compensare il silenzio del secondo dopoguerra sulle vicende del confine Italia-Jugoslavia." [voto: 5/5]