Dario, 4 dicembre 2015, Ibs
"Romanzo
ben scritto. La trama incalzante e avvincente. Personaggi,
soprattutto il protagonista Aldo Ganz, intensi, cinici e spietati
come si addice a una spy story. L'ambientazione e il contesto
storico curato e coerente, oltre che originale: Gorizia e Trieste
nel dopoguerra tra la Jugoslava di Tito e l'Italia di De
Gasperi."
[voto:
5/5]
Filippo, 7 dicembre 2015,
Amazon
"Romanzo
avvincente e istruttivo. Ho avuto
l’occasione di leggere il romanzo appena pubblicato e devo dire che
è un’opera narrativa avvincente oltre che interessante dal punto di
vista storico. E’ambientato tra la ex Jugoslavia e il Friuli nel
tormentato periodo dell'immediato secondo dopoguerra (1945-46)
quando le mire di Tito e del suo regime comunista sull'Istria e sul
Friuli crearono una situazione di tensione internazionale tra le
potenze vincitrici - Stati Uniti e Russia - preoccupate di perdere
il controllo di quella regione di confine tra mondo comunista e
mondo occidentale. Situazione in cui è coinvolto lo stesso Partito
Comunista Italiano, alcuni esponenti del quale si schierano a
favore dell'occupazione dei territori italiani da parte dei
comunisti jugoslavi. Si affaccia allora anche per l'Italia "lo
spettro greco", ossia il rischio di una guerra civile come avvenne
in Grecia dal 1946 al '49 tra la guerriglia comunista e le forze
governative appoggiate dagli alleati anglo-americani. Ma nel
romanzo entrano in scena i servizi segreti di entrambi i
contendenti, oltre a singoli agenti speciali come il protagonista
Aldo Ganz e, tra violenze inaudite e crudeltà disumane tra
combattenti e perpetrate anche a danno della popolazione civile, la
vicenda ha un epilogo che scongiura il rischio dello spettro greco.
Ho dato il massimo dei voti perché è una lettura coinvolgente
grazie anche a un linguaggio essenziale e scorrevole e a un ritmo
incalzante e ricco di colpi di scena. Inoltre il romanzo presenta
una ricostruzione storica fedele e minuziosa, e accende una luce su
un periodo tanto tormentato quanto ancora poco conosciuto dagli
italiani. Lo consiglio a tutti ma in particolare ai giovani perché
fa "sentire" il clima del dopoguerra in
Italia."
[voto: 5/5]
Luisa Meloni, 20 dicembre 2015,
Facebook
"In questo libro
l'evolversi degli avvenimenti, i colpi di scena creano una trama
avvincente con momenti di inevitabile crudezza, ma è noto che, in
certi scenari, la realtà supera la fantasia. Penso che la storia si
impari più con i romanzi che con i manuali dove, come in
questocaso, si percepisce che c'è stata un'accurata ricerca
storica. Complimenti anche per le descrizioni!"
Anonimo, 26 dicembre 2015, Amazon
"Spy story al Confine Orientale: Guerra Fredda alle porte d'
Italia.
Deliziosa spy story al Confine Orientale. Ambientata in una regione
dove sovietici, titini, nazisti, americani e italiani combattono
una Guerra Fredda spietata. Da leggere."
[voto: 4/5]
Michele,
26 dicembre 2015, Amazon
"La lettura è scorrevole e l'autore dimostra di conoscere molto
bene gli avvenimenti storici che fanno da base al testo. La
descrizione delle situazioni è molto accurata ed i personaggi
risultano verosimili. L'ho letto in un pomeriggio tutto d'un
fiato!"
[voto 4/5]
Daniele Moro, 9 gennaio 2016, Facebook
"Letto il libro: piacevole anche per chi non conosce molto del
contesto storico-politico"
Anonimo, 11 gennaio 2016, Amazon
"Una bella sorpresa. Trovato grazie al passaparola su FB sono
rimasto positivamente sorpreso da questo libro, che riesce a
fornire il quadro di un clima che ancora si respirava sul confine
orientale negli anno 90. Avvincente sino all'ultimo."
[voto 4/5]
Serena C., 28 gennaio 2016,
Amazon
"Appassionante e avvincente, si legge tutto d'un fiato! Dalla prima
all'ultima pagina la trama è ricca di colpi di scena, mai scontata,
tanto da restare fino in ultimo con il fiato sospeso. La
contestualizzazione storica denota una grande conoscenza della
storia dell'epoca, e la scrittura del narratore in alcuni momenti
proietta il lettore proprio li, accanto al protagonista Aldo Ganz,
sembra di sentire l'odore della terra bagnata, il fruscio della
pioggia, l'ansia che sale mentre il tintinnio dell'urto delle armi
metalliche dei soldati in avvicinamento si fa sempre più
forte.
Da leggere e rileggere, è assolutamente un libro che non può
mancare in nessuna libreria."
[voto: 5/5]
Cile, 1°
febbraio 2016, Anobii
"Romanzo snello,
veloce e... feroce! Se il personaggio principale è tutto sommato un
repubblichino, trattato troppo bene, basta pensarlo anni dopo nelle
trame nere della nostra povera nazione."
[voto:
4/5]
Matteo Lucii, 6 febbraio 2016, Il Galletto
magazine
Anonimo, 12 febbraio
2016, Amazon
"Ottimo
acquisto.
Libro
estremamente piacevole:
scrittura
fluente, plot narrativo azzeccato, giusta lunghezza (che non guasta
mai) e soprattutto il valore aggiunto di una ricostruzione storica
fedele e ben fatta. Leggere un romanzo come questo va oltre il
semplice passatempo: è un modo semplice e veloce per imparare
qualcosa.
Da
consigliare."
[voto
5/5]
Alessandro, 12 febbraio
2016, Amazon
"Da leggere
perché si svolge in un periodo buio della nostra storia,
dimenticato o bypassato dai libri di storia...
Da
leggere perché la trama è avvincente e non annoia
mai...
Da
leggere perché la prosa è svelta e fluente...
Da
leggere perché crea un dedalo di immagini mentali...
Da
leggere."
[voto
5/5]
Arturo
Conti, 19 febbraio 2016, Anobii
"Intenso
e violento.
Un
romanzo letto in due giorni. Trama avvincente e veloce, con
molteplici colpi di scena. Personaggi (soprattutto il protagonista)
veri, intensi, drammatici. Ricostruzione storica accurata e
originale (per il peridodo storico e i luighi della vicenda, la
Venezia Giulia del 1946)."
[voto
4/5]
Roberto Covaz, 23 febbraio 2016,
Il Piccolo
Paolo
Medeossi, 24 febbraio 2016, Il Messaggero
Veneto
Ugomezzacoda, 7 marzo 2016,
aNobii
"Lo specchio di
un'epoca selvaggia, tra cattivi e un po' meno
cattivi.
Romanzo
insolito, crudo, accattivante, ben documentato e scorrevole. Nel
leggerlo mi sono tornati alla mente due libri che ho letto di
recente. Il saggio di L. Keith,
Il continente
selvaggio. L'Europa alla fine della seconda guerra
mondiale, per il
contesto storico del secondo dopoguerra, di violenza, odio e
anarchia. Il romanzo storico di J. Littell,
Le
Benevole, per la
crudezza delle scene e i protagonisti della storia che non si
distinguono tra buoni e cattivi, ma solo tra cattivi e un po' meno
cattivi."
Giuseppe, 16 marzo 2016,
Amazon
"Una spy story
nel nord-est.
E'
un autore interessante Bellandi! Sa cosa racconta e lo fa
coraggiosamente. E finalmente Gorizia diventa reale protagonista in
una avvincente spy story. Lettura veloce, avvincente, ben
dosata."
[voto
4/5]
Enrico
Faini, 17 marzo 2016, Amazon
"Con
gli occhi sbarrati.
Un
colpo mortale alla vulgata sul 'buon italiano'. Un documentatissimo
atto d'accusa alla memoria, accomodata, di questo Paese. Un
racconto coinvolgente e sconvolgente. Si finisce tutto d'un fiato,
con gli occhi sbarrati e la sensazione di aver ancora molto da
imparare. Ci voleva Bellandi - singolare storico delle istituzioni,
capace di pubblicare saggi con editori paludati e romanzi - a farci
capire che la ricerca deve sempre accompagnare il rigore con il
coraggio."
[voto
5/5]
Alex Pessotto, 13 aprile 2016, Il
Piccolo
Giorgio53, 25 aprile 2016,
Anobii
"Italiani in
minore.
Si stava in una piacevole vacanza nel triangolo Udine – Aquileia –
Gorizia, ed Ale è riuscita a trovare questo libro in una bellissima
libreria proprio di Gorizia, specializzata nella storia locale. E
questo è proprio un libro “ad hoc”, che ci porta nell’ultimo
dopoguerra, in quel territorio che tante ebbe a patire proprio in
quegli anni. È stata anche una scommessa, visto che è un libro
auto-prodotto (categoria che non sempre mi convince). Scommessa
vinta a metà, che per ambientazione e collegamenti con gli
avvenimenti del periodo è senza dubbio interessante. Meno, e
cercherò di spiegarlo meglio, nell’intreccio in sé, che mi ha
lasciato alcuni punti oscuri e dubbiosi. Infatti, e sinceramente,
benché ne abbia letto, non ho una percezione completa di tutto
quello che successe nel triangolo veneto-giuliano nell’immediato
dopoguerra. Bellandi ha sicuramente studiato a lungo la materia,
sia per l’abbondante corredo biografico, sia per l’uso di una serie
di personaggi, nella finzione letteraria, che, senza una conoscenza
puntuale non si sarebbero potuti usare. E non dico tanto degli
italiani, che tutti conosciamo (con citazioni puntuali di Massimo
Girotti e Natalino Otto), quanto degli americani come Dean Acheson
o James Angleton, ed a maggior ragione degli salvi come Edvard
Kardelj o Ivan Macek. Siamo nel primo periodo del dopoguerra, e la
zona è in fermento: il confine orientale italiano è diviso, dalla
linea Morgan, in una zona A (che comprende Trieste, Gorizia e
l’enclave di Pola) ed una zona B (con Capodistria e le grotte di
Postumia). Mentre a Parigi si stava discutendo dell’assetto del
mondo, in questa zona si svolgevano lotte cruente e crudeli, tra
tutta una serie di personaggi e di popoli che “nel pensier
spaurano”. Ci sono gli Ustascia, i fascisti croati di Ante Pavelic,
i Padalci, cittadini italiani di lingua slovena, i cetnici,
nazionalisti serbi fedeli all’esiliato re Pietro II, i drughi di
Tito, i Domobranci, sloveni alleati ai tedeschi. Di sicuro ne
dimentico molti (chiedo aiuto agli storici per dipanare la
matassa). Ovviamente, le diplomazie trattano, e sul campo succede
di tutto. Di questo Bellandi cerca di parlarci, mentre seguiamo le
vicende personali e politiche di Aldo Ganz. Qui entriamo
nell’opinabile e nelle parti che mi lasciano più ombre. Sebbene,
credo correttamente, Bellandi cerchi di mantenere un asettico
neutralismo rispetto agli attori della vicenda, la scelta di Ganz
come motore dell’azione è pur sempre significativa. Ganz è un
dalmata, che ha conosciuto solo la guerra. Entrato nelle milizie
men che ventenne, viene sballottato da una parte all’altra del
conflitto. Come molti italiani nati in territori “altri” mostra un
viscerale attaccamento alla nazione d’elezione. Tanto da rimanere
fedele ai suoi ideali anche dopo l’8 settembre (una scelta, ma
ricordo sempre la storia di Cristiano Federico Ferrari narrata dal
mio amico Luciano). Sceglie di continuare la lotta a fianco dei
tedeschi, pur sapendo che è la parte sbagliata, quella maledetta e
destinata a perdere. Si arruola, infatti, nei Repubblichini, viene
catapultato nuovamente in Dalmazia (poiché parla molte delle lingue
serbo-croate). Arrestato dai titini (le milizie di Josip Broz),
miracolosamente scampato, vivacchia in quel di Trieste in attesa di
un visto per la Spagna. Qui, in quest’autunno del '46 è
intenzionato a portare a termine la missione messa in piedi dai
Servizi americani, ad ogni costo, nonostante pericoli letali e
ostacoli apparentemente insormontabili. Missione messa in piedi al
fine di contrastare una riunione che si dovrebbe tenere in
territorio jugoslavo, tra emissari di Tito e l’ala sinistra del
Partito Comunista Italiano. In quest’attività Ganz è sostenuto da
un comando locale, guidato dalla slovena Jana. Tralascio tutte le
storie che s’intrecciano, tra buoni e cattivi, anche se i buoni non
mi sembra che ci siano. Tradimenti di elementi del comando
italiano. Tradimenti di elementi del comando sloveno. Ambiguità
degli americani e degli alleati. E Ganz, che con vari flash-back va
su e giù nella memoria, incontrando nuovamente l’aguzzino che lo
torturò nei campi slavi, ora pezzo grosso dell’armata di Tito. La
chiave di volta, anche se non vi do i particolari, sarà
l’atteggiamento della Russia di Stalin verso il comunismo di Tito,
una lotta intestina al blocco dell’Est che CIA ed amici loro non
avevano contemplato potesse sussistere. Quindi, onore alla
scrittura, onore alla riproposizione di un pezzo di storia che sto
approfondendo, e che comunque ho gradito leggere mentre
attraversavo le contrade friulane (ma Udine è molto più bella di
Gorizia). Non sono convinto del taglio che viene dato allo scritto,
per cui me ne rimane una valutazione monca. Anche se, lo sapevo
prima e lo so tutt’ora, i Servizi Segreti Americani negli anni
’46-’56 molto hanno fatto, anche di sbagliato, in tutta l’area del
Patto di Varsavia.
[voto 2/5]
Michele
Castronuovo, 3 maggio 2016,
Facebook
"Lo sto
leggendo adesso... lo divori in tre giorni!!"
Amelia Pacori,
13 maggio 2016, Facebook
"Ho finito di leggere il suo libro LO SPETTRO
GRECO,
coinvolgente
l'ambientazione, molto avvincente specie nell'ultima parte.
Complimenti ancora."
Anonimo,
23 maggio 2016, Amazon
"Una grande
storia
Lo studio del
particolare e complesso momento storico da parte dell'autore è
veramente eccellente. La storia di spionaggio si inserisce in
maniera armoniosa e coerente con la cornice temporale di
riferimento. I personaggi ricalcano le dure caratteristiche del
tempo dove la scelta appartenenza politica era anche una scelta di
vita. Emozionante."
[voto
5/5]
Marco, 2 giugno
2016, Facebook
"Questa notte ho
letto Lo spettro greco tutto d'un fiato, un libro eccezionale x
contenuti e contesto. Complimenti e grazie di averlo
scritto."
Bambi, 6
luglio 2016, Amazon
"Tra fantasia e
realtà.
Un
libro assolutamente da leggere. Sarà un romanzo storico? Sarà pura
fantasia? Non importa proprio quale sia il limite tra realtà e
finzione, perchè la spy story ambientata a Nord est d'Italia, nella
regione, il FVG, che Lonely Planet ha inserito nella Top ten delle
10 mete migliori al mondo, è avvincente e coinvolgente. Insomma, un
libro fa divorare."
[voto
5/5]
Silvia
Minim, 16 agosto 2016, Amazon
"Libro
molto interessante, romanzando si descrivono fatti realmente
accaduti con la crudeltà del caso. Scorrevole e ben scritto.
Super consigliato"
[voto
5/5]
Stefano,
18 agosto 2016, Amazon
"Avvincente.
Un
romanzo avvincente, crudo nelle descrizioni estremamente
realistiche delle tragiche vicende che connotarono il dopoguerra al
confine orientale. Vicende di cui in famiglia ho, purtroppo, avuto
riscontro diretto.
Ganz,
il personaggio principale è descritto magistralmente nella sua
umanità, o disumanità, di uomo e soldato nel clima di uno scontro
in cui ogni forma di pietà è svanita.
Un
romanzo che ristabilisce una verità storica tenuta nascosta per
troppo tempo e che solo negli ultimi anni è emersa e che, al pari
di "Le Uova del Drago" di Pierangelo Buttafuoco, narra le vicende
di coloro che non si vollero arrendere e continuarono a combattere
una guerra disperata, in questo caso anche a guerra
"finita".
Mi
aspetterei un sequel... che ha deciso Ganz? Proseguirà la sua
lotta?"
[voto
5/5]
Anonimo,
24 agosto 2016, Amazon
"Una
bella sorpresa! Trovato segnalato su Facebook, e acquistato per
caso tra curiosità e scettiscismo (è autopubblicato). Un thriller
documentato e avvincente, con un perfetto mix tra storia e fiction.
Ambientazione intrigante e protagonista leggendario. Complimenti
all'autore. Super consigliato."
[voto
4/5]
Luke, 26 agosto
2016, Amazon
"Segnalato da un
amica e letto in pochi giorni. Romanzo scorrevole e avvincente, con
molte informazioni storiche che non guastano mai lo scorrere della
trama. Il protagonista però risulta antipatico, imbevuto com'è di
machismo e superomismo. Gli altri personaggi, donne comprese, non
sono da meno quanto a simpatia. Infine, l'estremo realismo con cui
sono descritte molte scene sfocia spesso nel
truculento."
[voto
2/5]
Anonimo,
26 agosto 2016, Amazon
"Una spy story insolita e forte, con un protagonista - Aldo Ganz -
brutale, oscuro, intrigante, un po' il lato oscuro di James Bond.
Consigliato, ma solo per i palati forti... le scene pulp si
sprecano."
[voto 3/5]
Lorenzo
Bechi, 31 agosto 2016,
Amazon
"Romanzo
intenso ed interessante, per il contesto sotrico ottimamente
riscostruito, per la trama appassionante, per i protagonisti
originali e davvero azzeccati. Si legge in pochi giorni e tramite
una storia avvincente e che ti invoglia a scoprire cosa succede si
apprende molto di eventi storici accaduti nella zona di confine tra
Italia e Jugoslavia ancora poco conosciuti. Mitico Ganz...un
campione di potenza!!"
[voto:
5/5]
Andrea
Bisiacchi, 5 settembre
2016, Amazon
"Romanzo avvincente, ben strutturato, contesto storico ben
impostato: l'ho letto in un paio di giorni, in quanto la narrazione
e' fluida e scorrevole. Ottima la trama ricca di particolari
storici ambientata nel secondo dopoguerra nel territorio del
nord-est."
[voto: 5/5]
Anonimo, 20
settembre 2016, Amazon
"Trama avvincente, intreccio ben costruito, grande competenza
storica ancora piú apprezzabile considerando la complessità di quel
periodo storico. Auspicabile una maggiore caratterizzazione di
alcuni dei personaggi che ruotano intorno a Ganz (il protagonista),
forse tralasciata a causa della densità degli avvenimenti
narrati."
[voto: 3/5]
Francesco Morra, 18 ottobre 2016,
Facebook
"Ho appena
terminato di leggere la spy-story di Riccardo Bellandi, "Lo spettro
greco - Una spy story della guerra fredda al confine orientale" e
devo fare i complimenti a Riccardo per la piacevole lettura e
l'interessantissimo quadro storico che ne esce fuori.
Il personaggio
principale della storia, Aldo Ganz, ex ufficiale italiano del Regio
Esercito prima e della RSI dopo, è stato reclutato dai servizi
segreti americani di stanza in Italia per condurre
una pericolosa missione: indebolire l'ala filojugoslava e
rivoluzionaria del PCI italiano e scongiurare così lo scoppio di
una guerra civile in Italia come quella avvenuta in Grecia, a
partire dalla fine del 1944, tra partigiani comunisti e il governo
monarchico greco (da qui il titolo Lo spettro Greco).
Non ho mai
particolarmente approfondito gli aspetti storici del dopoguerra dei
confini dell'Italia Orientale, tra Trieste, Istria, foibe e
comunisti titini jugoslavi.
Il merito del
libro di Riccardo è stato allora quello, attraverso la piacevolezza
della lettura della spy story - con alcuni colpi di scena davvero
notevoli - di introdurmi e di fornirmi, con chiarezza, le prime
nozioni fondamentali di base per approfondire la controversa,
drammatica storia dei confini orientali dell'Italia al termine
della Seconda guerra mondiale."
Paolo, 3
novembre 2016, Amazon
"Avvincente.
Ottimo libro, una storia avvincente, un ambientamento fedele che
descrive la Gorizia del tempo a cavallo tra la fine della seconda
guerra mondiale e quella che poi sarebbe diventata la guerra
fredda. Libro consigliato."
[voto: 4/5]
Maurizio
Bergonzini, novembre 2016, Il Borghese
Gabriella Sartor, 2
febbraio 2017, intervento alla presentazione del romanzo presso
l'UTE di Udine
"LO SPETTRO GRECO
di Riccardo Bellandi, romanzo ispirato al periodo della
guerra fredda al confine orientale italiano dal giugno 1945 al
settembre 1947, non è solo una spy story. Si ha subito, fin dalle prime
pagine, scritte con ritmo incalzante, serrato, l'impressione di
adesione alla realtà. La cornice è quella di ambienti,
di paesaggi, di contesti urbani fedeli alla geografia dei luoghi
del romanzo; anche i personaggi, quelli frutto di fantasia, sono
verosimili per le azioni e le parole coerenti al loro
ruolo. L'Autore riesce a
farceli conoscere, in modo sempre più completo, ad individuare i
loro tratti psicologici, ma anche a suscitare incredulità e
stupore, soprattutto, di fronte a certe azioni-scelte-vendette del
protagonista Ganz e delle figure con cui entra, spesso, suo
malgrado, in relazione. Le pagine fanno toccare con mano
i nodi di estrema complessità di quel periodo, complessità che
trova non certo le giustificazioni, ma, occasioni preziose di
possibile comprensione, percorrendo le vicende tragiche di
molti anni precedenti. Tutto è narrato con onestà, senza
polemica o retorica (spesso in agguato in opere di questo
genere). Con uno stile
essenziale, sempre aderente alle vicende dei personaggi, grazie ad
una tecnica narrativa ad incastro, con anticipazioni e rimandi, in
cui le storie personali sfumano l'una nell'altra, mi sono trovata
in un groviglio di sospetti, di vendette, di rancori, di orgoglio
prepotente, di connivenze, che mi hanno scatenato una serie di
emozioni-riflessioni-memorie, piene di
risonanze. Certamente, LO SPETTRO GRECO
prende l'avvio, lo spunto dal dramma di un'area specifica,
quella del nostro confine orientale conteso, lo vuol narrare, nel
contenuto e nella forma anche di romanzo
storico. Ma, secondo me, l'Autore ci porta
anche a farci domande sul "dolore", non degli uni o degli altri:
sul DOLORE che scaturisce dalla mancanza di rispetto della dignità
della persona, quel dolore che non ha colorazioni politiche o
etniche. Credo che uno dei
messaggi da cogliere sia l'invito a stare in guardia, a non
considerare "altre", lontane da noi, dalla nostra cultura, quelle
persone che si sono trovate a soccombere nell'intricato crocevia
della Storia, di cui quello dei confini orientali è solo un
esempio. Allora, solo
allora, la storia lacerata, fatta di tante storie quotidiane, come
quella raccontata da Riccardo Bellandi, può diventare un'ulteriore
occasione preziosa di confronto tra memorie, tra passioni, tra
scelte, su cui riflettere. Ho provato spesso durante la
lettura senso di suspence, ma con la consapevolezza che qui esso
scaturisce da storie vere, autentiche, non costruite a tavolino,
anche se, è indubbio e meritorio (si capisce dal rigore della
narrazione dei fatti) il lavoro imprescindibile di studio e di
ricerca di fonti che ha reso possibile la creazione di un romanzo
così!"
Elio Varutti, 27 febbraio
2017, http://eliovarutti.blogspot.it
"Giallo
di Bellandi ambientato a Gorizia nel 1946
Fin
dalle prime pagine di questo libro giallo troviamo due carte
topografiche del confine orientale italiano. Sono le aree dove si
svolge la spy story, come non esita a chiamarla lo stesso
autore, Riccardo Bellandi, in copertina.
Notiamo
che la precisione temporale delle mappe non è facile da trovare
nemmeno in taluni ordinari libri di storia. Una di esse è del
confine orientale italiano dal giugno 1945 a settembre 1947 con la
cosiddetta linea Morgan, che lasciava più terre
all’Italia, Pola inclusa. L’altra mappa è
sull’occupazione della Jugoslavia da parte dell’Asse, dall’aprile
1941 a settembre 1943.
Pure
con il titolo, “Lo spettro greco”, l’autore dà per scontata una
conoscenza della storia europea di quel momento: il 1946. Tutto
sommato, non è un prerequisito, perché ci sono le spiegazioni nel
prosieguo del romanzo. Si riferisce, in sostanza, allo stato di
rivoluzione mista alla guerra civile che, in Grecia, i comunisti
locali stavano per attuare, nei postumi della seconda guerra
mondiale. Un fatto analogo poteva accadere nell’Italia sconfitta
dalla seconda guerra mondiale e sull’orlo di una guerra civile con
l’Armata jugoslava, che alitava sui confini orientali. La missione
di spionaggio descritta nel volume mira a svigorire la componente
filo-jugoslava e rivoluzionaria del PCI, per evitare lo stato di
guerra civile come in Grecia.
Gli avvenimenti
descritti in queste avvincenti pagine sono ambientati aGorizia, ma
possiamo trovare dei flash-back riferiti alla costa dalmata, con la
città di Zara ed al territorio interno dei Balcani. Già perché
dall’aprile del 1941 al settembre 1943, come si legge in modo quasi
asettico, nei libri di storia ci fu l’occupazione della Jugoslavia
da parte delle forze dell’Asse. Pochi storici hanno il coraggio di
scrivere che l’Italia fascista, in combutta con Hitler e l’aiutino
dello stato fantoccio fascista ungherese, invade ed occupa la
Jugoslavia. Ecco perché Tito, secondo certi storici, alla fine del
secondo conflitto mondiale chiese il conto all’Italia, volendo
annettersi dopo l’Istria, Zara, le isole di Cherso e Lussino, anche
Gorizia, Trieste e Tarvisio.
Torniamo
al giallo di Bellandi. L’autore si premura di porre all’inizio del
testo pure una legenda delle sigle utilizzare nel corso degli
eventi. Scopriamo così che i Badogliani, in senso spregiativo,
erano definiti i militi italiani che avevano seguito l’armistizio e
il cambio di alleanze deciso dal re e dal governo Badoglio. Per
l’autore i repubblichini o quegli italiani che addirittura entrano
come volontari nelle Waffen SS per portare a
termine la follia hitleriana sono semplicemente
dei soldati fedeli.
Poi
spiega chi sono i Bisiacchi, ovvero gli abitanti della zona di
Monfalcone. I Četnici sono quei nazionalisti serbi monarchici,
che prima parteggiavano per gli alleati, poi stanno coi
repubblichini e coi fascisti croati di Pavelić, in funzione
anticomunista. Come a dire che i cambi di
casacca nel Novecento erano di moda. Si pensi ai
francesi. Del resto, anche nelle pagine di questo giallo troverete
spie col doppio gioco e addirittura al soldo di servizi segreti dei
fautori della guerra fredda (USA e URSS), appunto sempre
riferendosi alcambio di casacca.
Interessante
poi è sapere che tra il 1946 e 1947 c’è la “Central Intelligence
Group” degli Stati Uniti d’America, antesignana della arcinota CIA.
Ci sono tante formazioni militari che se la facevano più o meno coi
nazifascisti. C’è la famigerata OZNA di Tito, ossia i servizi
segreti partigiani e polizia politica dei comunisti jugoslavi,
divenuta UBDA nel 1946 fino al 1992, quando la Jugoslavia si
scioglie come la margarina al sole. C’è la droga (Pervitin, una
metanfetamina) che i nazisti assumevano prima delle loro splendide
azioni militari e così via.
Ci
sono molti personaggi storici realmente esistiti a dare man forte
politica alle pagine piene di violenza macabra (stupri,
squartamenti, evirazioni, fosse comuni, foibe), di suspense, di
nazionalismi esacerbati per un’epoca instabile, imbarbarita e
selvaggia.
Il
personaggio centrale del volume è lo zaratino Aldo Ganz, con mamma
italiana e padre di Klagenfurt. Data la sua carriera militare, che
il lettore avrà il piacere di scoprire leggendo il testo, diviene
una spietata spia con capello Fedora (o Borsalino) quasi sempre in
testa e una cicca tra le labbra.
Qui
ci sono i Centri Raccolta Profughi per gli istriani e dalmati,
penserei come quello di Firenze, forse in Via Guelfa, dove c’erano
le pareti di cartone nei box adattati ai nuclei familiari di
rifugiati (p. 31).
Poi
l’autore mette in bocca a certi figuri titini, alla ricerca di spie
occidentali, le parole che sono diventate un refrain nel
dopoguerra, riprese e criticate perfino dal
cantautore Simone Cristicchi nel
suo spettacolo “Magazzino
18”: «Speriamo che non ci sfuggano. Gorizia è
piena di profughi fascisti che scappano dall’Istria e dalla
Dalmazia» (p. 59). Il mondo degli esuli cerca di spiegare, da
decenni, che fuggivano con l’esodo giuliano dalmata molti degli
italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, al di là delle opinioni
politiche. Nella stessa pagina è menzionata persino
la strage di Vergarolla del 18 agosto
1946, che provocò oltre 80 morti, bambini, donne e vecchi di Pola.
Guarda caso tutti italiani. Il massacro fece da volano all’esodo da
Pola.
È
un volume ricco di colpi di scena, come si addice alle trame gialle
più classiche. Per ovvi motivi non si può svelare il finale, ma
devo dire, in conclusione, che può dar grande soddisfazione al
lettore."
Bac5, 7
marzo 2017,
LaFeltrinelli
"Avvincente e
intrigante.
Un genere
ibrido, tra romanzo storico e thriller politico. Trama avvincente e
intrigante con continui colpi di scena. Ottima ricostruzione
storica del periodo (dopoguerra) e dei luoghi (confine oriantale
italiano). Un grande protagonista, Aldo Ganz. Stile asciutto e
scorrevole. Quando l'ho acquistato ero scettico, perchè
auto-pubblicato, ma ne è valsa la pena! Consigliato per chi ama il
genere. Unico avvertimento: ci sono parti un po' forti per il crudo
realismo e la violenza."
[voto:
4/5]
Andrea, 17
marzo 2017, Amazon
"Fantastico!
Affascinato
dallo stile dell'autore, del quale ho letto lo splendido "I signori
dell'Appennino", ho acquistato questa sua seconda opera. Nessuna
sorpresa! Lo stile avvincente e la narrazione fluida mi hanno
conquistato anche questa volta. Non vedo l'ora di leggere una nuova
"fatica" di questo bravissimo scrittore. Andrea."
[voto:
5/5]
Stefano, 19
marzo 2017, Amazon
"Romanzo
intrigante, scritto molto bene. Dopo "i signori dell'appennino"
(vivamente consigliato) Bellandi si conferma autore di spessore! Da
non perdere."
[voto: 5/5]
Anonimo, 3 agosto 2017,
Amazon
"Un romanzo
coinvolgente.
Un romanzo che mi ha stupito piacevolmente.
Un romanzo ricco di elementi storici e dettagli molto realistici.
L'ambiente dell'Italia è della ex Jugoslavia tra il 1943 e il 1946
molto ben ricostruito, trama avvincente con suspense e molti colpi
di scena. Un misto tra thriller storico e spy_story. La lettura é
scorrevole, l'ho letto tutto d'un fiato,sotto l'ombrellone. Se poi
siete in vacanza al mare in Croazia é il top! Consigliato per
qualsiasi tipo di lettore, anche per chi non é appassionato del
genere."
[voto 5/5]
Giacomo
Mannocci, 27 agosto 2017, Amazon
"Lo
consiglio vivamente.
Romanzo
breve, ma molto interessante e per nulla scontato con ricchi colpi
di scenza. Assai verosimile il contesto storico in cui è
ambientato. Penso sia l'unico romanzo ambientato in tali anni come
spy story."
[voto:
5/5]
Maria
Rita Cosliani, 13 gennaio 2018,
Amazon
"1946 Tito vuole
anche Gorizia.
Interessante
documento crudo e veritiero dei terribili anni alla fine della
seconda guerra mondiale quando Tito rivendicava con forza il
possesso di Gorizia."
[voto:
5/5]